Tu chiamale se vuoi…emozioni cantava Lucio Battisti sulle parole scritte da Mogol. Ma da un punto di vista scientifico e psicologico, cosa sono le emozioni? e perché sono così importanti nella vita degli esseri umani?
Le emozioni svolgono delle importanti funzioni: servono a comunicare rapidamente con i propri simili, servono a segnalare un pericolo, un’ingiustizia, esprimere un bisogno.
Le emozioni Primarie o di base secondo sono sei: Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia, Disgusto e Sorpresa. Le emozioni Secondarie invece sono tantissime ad esempio Vergogna, Senso di Colpa, Speranza, Fiducia, Rimpianto, Soddisfazione, Delusione, Invidia, Gelosia, Gratitudine e così via.
Oltre al tipo di emozione va poi considerata l’intensità che può essere lieve, media o elevata.
Le emozioni sono caratterizzate da un vissuto psicologico che può essere piacevole o spiacevole, da manifestazioni fisiologiche e specifico comportamento non verbale e paraverbale.
Tra le manifestazioni fisiologiche troviamo: pianto, sudorazione, battito cardiaco, respiro, rossore, tremore, temperatura, salivazione e così via.
Tra le espressioni facciali: sguardo, sorriso, ciglia aggrottate, angoli della bocca, naso arricciato e così via.
Tra le espressioni paraverbali della voce troviamo: un ritmo veloce, lento o che si interrompe, un tono più elevato o più basso e così via.
Tra le manifestazioni del corpo: postura, tono muscolare, saltare, stringere i pugni, coprirsi il volto, stringersi le mani, puntare il dito indice e così via.
Le espressioni facciali delle emozioni di base sono identiche in diverse culture. Questo è un prodotto evolutivo in quanto in caso di pericolo la comunicazione doveva essere rapidissima per consentire la sopravvivenza. Il Contagio Emotivo è un fenomeno che si fonda sui neuroni Specchio o Mirror (scoperti da Giacomo Rizzolatti presso l’Università di Parma in Italia nel 1992), come la comunicazione tra madre e neonato.
Tuttavia esistono delle regole di esibizione delle emozioni apprese attraverso la socializzazione e l’educazione all’interno di una società, un certo ambiente socio-culturale e in famiglia. In base ai valori e al sistema di credenze familiari, è permesso provare o manifestare una certa emozione ed è proibito provare o manifestarne un’altra. Ad esempio, è consentito piangere ma non arrabbiarsi e viceversa oppure è proibito mostrarsi felici o spaventati.
Le emozioni nel cervello hanno sede nell’Amigdala e sono regolate dalla Corteccia Prefrontale (PFC).
Scaturiscono da uno stimolo che può essere esterno o interno. Ad esempio relazionale, un evento oppure interno come un pensiero o un ricordo. Lo stimolo genera un’attribuzione di significato da cui scaturisce un’emozione a cui fa seguito una manifestazione fisiologica, e poi un’azione, un comportamento o una scelta.
L’alfabetizzazione emotiva è fondamentale per spiegarsi le emozioni e i sentimenti sperimentati al fine di gestirli in modo utile e adottare comportamenti efficaci nella vita di tutti i giorni, senza evitare o farsi travolgere dalle emozioni stesse.
Se sono coerenti al qui ed ora, allora possono essere usate efficacemente per adattarsi, risolvere un problema e raggiungere un obiettivo.
Se non sono coerenti al qui ed ora, risultano spropositate o vengono agite, allora hanno a che fare con lì e allora e richiedono un’elaborazione e consapevolezza.
Nel caso di traumi che implicano un’iperattivazione dell’amigdala a causa del ricordo dell’evento traumatico, può risultare utile avvalersi della terapia EMDR che ripristina un sano funzionamento del cervello consentendo alla persona di integrare il ricordo dell’evento traumatico nella propria storia per ricominciare in modo tale da non generare un eccesso di sofferenza ma consentendole di continuare la propria Vita.
Nel caso di difficoltà ad accedere alle emozioni, si parla invece di alessitimia.
Bibliografia
Baroni M.R., D’Urso V. (2004). Psicologia Generale. Einaudi: Torino.
Galimberti U. (2021). Che Tempesta! 50 emozioni raccontate ai ragazzi. Feltrinelli: Roma.
Pellai A. (2019). La Bussola delle emozioni. Mondadori: Milano.
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