A scuola ogni studente ha bisogno di ricevere gratificazioni e considerazione da parte di compagni e insegnanti, e soddisfa tale bisogno in vari modi in cui si intrecciano caratteristiche personali, modalità apprese in famiglia, clima relazionale di classe e rendimento scolastico.
Ecco alcuni profili di studenti individuati da Brembati e Donini:
- PROCRASTINATORE: sopravvaluta il tempo a disposizione e le proprie capacità e sottovaluta la mole di lavoro.
- DELEGANTE: è passivo e chiede all’altro di fare le cose al posto suo.
- SMEMORATO: studia tanto tempo ma poi dimentica.
- PERFEZIONISTA: corregge perfino una lettera o un tratto del disegno tecnico, vuole sapere tante cose ed essere interrogato spesso.
- ANSIOSO: ha paura di sbagliare, o riesce subito o si blocca, chiede spesso conferme.
- DISORGANIZZATO: perde il materiale, non sa quali sono i compiti, non porta a termine, è incostante.
Cosa accade se uno studente ha qualche difficoltà di apprendimento e non riesce ad ottenere gratificazioni positive, ad esempio dei buoni voti o delle lodi?
Pietro Lombardo identifica quattro tipi di atteggiamenti che uno studente può assumere a seguito di ripetuti insuccessi scolastici:
- PAGLIACCIO: in classe fa battute per dirsi «Sono una frana ma almeno sono simpatico.”»
- AGGRESSIVO: è prepotente con i compagni, si pone con atteggiamento di sfida e cova rancore verso i professori.
- INVISIBILE: è timido, non fa interventi e alle interrogazioni appare impacciato, ha la voce bassa e le mani sudate.
- VITTIMA: incolpa gli altri del suo insuccesso ad esempio l’insegnante perché spiega male, i compagni perché lo distraggono.
Andrea Biancardi, riportando una ricerca di W.L. Stone e Annette La Greca, individua:
- Rejected (i reietti). Si rendono visibili, non sono graditi perché “disturbano in classe”, perciò spesso hanno il banco vicino alla cattedra oppure sono in punizione.
- Neglected (i negletti). Si rendono invisibili, non sono graditi perché si isolano, spesso hanno il banco in fondo all’aula.
Conoscere e comprendere i comportamenti degli studenti in difficoltà, e i vissuti interiori di cui sono espressione, può aiutare gli adulti (genitori, insegnanti e operatori) a essere empatici e a usare la comunicazione in modo mirato per stimolare la crescita e atteggiamenti più positivi verso lo studio e la scuola.
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BIBLIOGRAFIA
Brembati, F., Donini, R. (2013). DSA e compiti a casa. Trento: Erickson.
Lombardo, P. (2014). La gioia di studiare. Verona: Centro Studi Evolution.
Milano, G., Andrea Biancardi, A. (2003). Quando un bambino non sa leggere. Bologna: Rizzoli.