“Ma come sta, come si sente un bambino che si rende conto delle proprie difficoltà quando deve leggere un libro, recitare le tabelline, eseguire un’operazione, risolvere un problema o scrivere?” – Andrea Biancardi
Andrea Biancardi ritiene che un bambino con difficoltà di apprendimento, dovute ad una causa biologica o ambientale, si sentirà angosciato e inadeguato non appena si troverà a dover affrontare la richiesta di svolgere un compito. Questo perché i pensieri che formula dentro di sé sono “non l’ho mai saputo fare, non lo so fare e non lo saprò mai fare”. Quindi un senso di incapacità pervade i pensieri e le emozioni del bambino portando ad un comportamento di rifiuto del compito e di non riuscita.
“I disturbi d’apprendimento producono difficoltà, spesso determinate proprio dalla frustrazione di sentirsi intelligenti e nello stesso tempo incapaci di fare una cosa che risulta così semplice ad altri, come leggere.” – Andrea Biancardi
A lungo andare e se non adeguatamente compresi e trattati dalla scuola, dalla famiglia e dagli specialisti, e se non trovano una situazione extrascolastica in cui nutrire la propria autostima e senso di autoefficacia, possono avere ansia, depressione e sofferenza psicologica che in adolescenza contribuisce negativamente alla costruzione dell’identità.
“Nelle difficoltà di apprendimento, pur concordando su un’ipotesi biologica, non ci si può fermare a questa osservazione, ignorando il contesto, l’ambiente sociale, il mondo culturale, gli affetti e le emozioni in cui un bambino nasce e cresce. Fattori che certamente hanno un ruolo nel facilitare o inibire le capacità di un bambino, quale che sia il suo profilo genetico.” – Ghidoni et al.
Le emozioni possono essere definite come esperienze complesse che coinvolgono vissuto interiore, pensieri, modificazioni corporee, comportamenti per esprimerle e manifestarle. Un’emozione è immediata e breve. A differenza del sentimento che è più duraturo.
Le emozioni di base sono Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia, Disgusto. E poi ci sono le emozioni complesse come Senso di Colpa, Vergogna, Frustrazione, Delusione, Speranza, Confusione, Sicurezza ecc… Ogni emozioni presenta dei livelli di intensità bassa, media, alta. Un’emozione di superficie può coprirne un’altra più profonda e più autentica.
Un’emozione è attivata da uno stimolo significativo, interno o esterno, ad esempio un pensiero oppure una comunicazione dell’altro o un evento. Dall’emozione scaturisce una manifestazione e poi un comportamento. Tale comportamento produce dei risultati che vanno ad confermare o smentire i nostri pensieri e ad impattare sul vissuto emotivo.
L’ICF-CY identifica dei fattori personali di natura psicologica, affettiva e comportamentale:
- Stili di Attribuzione
- Autoefficacia (vs Impotenza Appresa)
- Autostima
- Motivazione
- Emotività (ad esempio Gioia, Soddisfazione, Ansia, Ansia da Prestazione, ecc…)
- Comportamenti Problema
Cesare Cornoldi sostiene che un efficace metodo di studio può portare a migliori risultati e di conseguenza e ridurre l’ansia durante lo studio e l’ansia da prestazione, nonché a superare l’impotenza appresa e ad accrescere il senso di autoefficacia, con ricadute positive sull’autostima, l’autonomia, l’impegno, l’identità.
Giacomo Stella sottolinea l’importanza del locus of control:
“Le attribuzioni incidono sull’apprendimento scolastico, poiché influenzano le aspettative di riuscita, la persistenza di fronte alla complessità della situazione affrontata, la scelta del livello di difficoltà del compito, le emozioni, la motivazione, le prestazioni cognitive e il senso di autoefficacia.“
Lo stile che supporta la motivazione e il coinvolgimento nel compito con una buona autostima è quello in cui il risultato è attribuito all’impegno e alle strategie utilizzate, che sono fattori interni, controllabili e instabili. (per approfondimenti su Motivazione e Stile Attribuzionale vai all’articolo)
Come aiutare? Daniela Lucangeli afferma che se l’individuo associa all’apprendimento emozioni spiacevoli come paura, sofferenza, vergogna, tenderà ad assumere un comportamento di evitamento. Perciò fornisce importanti indicazioni per accompagnare gli studenti e le studentesse verso il successo scolastico e accrescere la cosiddetta “voglia di studiare”.
Gli adulti, genitori, insegnanti, educatori, possono incoraggiare, far sperimentare il successo in un compito, ridurre la paura del fallimento interpretandolo correttamente cioè considerandolo come parte del processo di apprendimento che segnala che è necessario ulteriore esercizio o un cambio di strategie, rispondere al bisogno emotivo del senso di appartenenza e di essere considerato, poter suscitare curiosità e interesse proponendo l’apprendimento come scoperta e come sfida equilibrata.
Lucio Cottini sostiene che le diverse forme di cooperative learning rendono l’ambiente classe inclusivo inoltre stimolano sia l’apprendimento sia le Soft Skills.
BIBLIOGRAFIA
Lucangeli D. (2019). Cinque lezioni leggere sull’emozione di apprendere. Trento: Erickson.
Lombardo, P. (2014). La gioia di studiare. Verona: Centro Studi Evolution.
Cottini, L. (2018). Didattica speciale e inclusione scolastica. Roma: Carocci.
Cornoldi, C., De Beni, R., Gruppo MT (2015). Imparare a Studiare. Trento: Erickson.
Milano, G., Biancardi, A. (1999). Quando un bambino non sa leggere. Bologna: Rizzoli.